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Cosa succede se non paghi il mutuo?

A volte, per motivi imprevisti, diventa difficile pagare le rate del mutuo ed è quindi lecito domandarsi cosa avviene in caso di mancato pagamento delle rate o di pagamento ritardato.

Prima di tutto è bene ricordare che dal 2016 è in vigore un decreto che impone agli istituti di credito di dover aspettare 18 rate non pagate per poter procedere con il pignoramento della casa.

Successivamente si procederà con l’asta immobiliare e il mutuo, una volta venduto l’immobile, sarà considerato estinto anche nel caso in cui il ricavato sia inferiore al debito residuo.

Per quanto riguarda i ritardi nel pagamento di una o più rate è bene per prima cosa stabilire la motivazione. Se si tratta di una difficoltà momentanea che mette in condizione la banca di non poter prelevare quanto dovuto perché sul conto manca la copertura necessaria, la cosa migliore da fare è avvisare l’istituto di credito. 

In questo modo anche se la Banca addebiterà gli interessi di mora eviteremo una segnalazione al CRIF, ossia l’archivio informatico contenente i dati di mutui e finanziamenti richiesti da privati o imprese.

Se invece i mancati pagamenti non sono dovuti a ritardi causati da temporanei imprevisti ma ad una difficoltà economica prolungata, come ad esempio la perdita del lavoro, è possibile richiedere all’istituto di credito una sospensione del mutuo una rinegoziazione o valutare la possibilità di una surroga.

Nel caso di sospensione del mutuo è bene sapere che il debitore non cessa di rimborsare l’intera rata del mutuo ma solo la quota capitale: continuerà comunque a pagare gli interessi.

Questa opzione è valida solo per coloro che hanno acceso un mutuo almeno 24 mesi prima rispetto alla richiesta e solo se il mutuo è inerente una prima casa.

Inoltre, dal 2012, è possibile per il debitore proporre al proprio creditore un piano di restituzione del debito che abbia rate per lui sostenibili. Attivando questo procedimento è possibile sospendere i pignoramenti e bloccare la cessione del quinto dello stipendio.

Per farlo è necessario rivolgersi ad un consulente che aiuti il debitore a formulare una strategia di ristrutturazione del debito da presentare all’Organismo di Composizione della crisi. Se si supera questa fase, il tribunale dà l’ok e il piano viene omologato e diviene operativo a tutti gli effetti.

La banca accetterà questa richiesta? Generalmente, per quanto possa sembrare strano, gli istituti di credito accettano di buon grado soluzioni simili perché, una volta appurato che la situazione del debitore è critica ed è quindi impossibile recuperare l’intero credito, preferiscono comunque accettare una riduzione.

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